L'arte e la fede attraverso le foto.
Viggiano Jazz
Con una storia più che decennale, Viggiano Jazz è ormai un appuntamento tradizionale dell’estate Viggianese.
Un traguardo importante di un cammino ricco di storia, per una rassegna musicale considerata una vetrina privilegiata sul mondo del jazz, attraverso artisti di rilievo assoluto, protagonisti di una musica che si è conquistata di diritto dall’Unesco la definizione di «universale».
Nella bella cornice Mandorleto, anfiteatro naturale che ben si presta alla musica, negli anni si sono dati appuntamento i maggiori interpreti internazionali del genere, con un occhio sempre attento all’innovazione e alla sperimentazione.
Viggiano Jazz vanta il merito di aver portato a Viggiano importanti musicisti come Marco Tamburini, Omar Avital, Avishai Cohen, Joel Frahm, Jonathan Blake, Jason Linder, Pippo Matino, James Senese, Daniele Tittarelli, Luca Fattorini, Pietro Lussu, Armando Sciommeri, David Kikoski, Gegè Telesforo, Seamus Blake e, in ultimo, Fabio Concato e il duo Gino Paoli /Danilo Rea.
Nel cuore del mese di agosto, con Viggiano Jazz, la cultura musicale viggianese tocca le tonalità più varie e si addentra in molteplici generi musicali, per farli suoi e accostarli all’ormai ben nota e radicata tradizione popolare dell’arpa.
Durante i giorni di manifestazione, oltre agli imperdibili concerti serali, gli ospiti potranno gustare la bellezza del jazz durante aperitivi musicali o ascoltare note particolarmente coinvolgenti provenire dai vicoli del paese, in un’atmosfera che riporta a mondi solo all’apparenza lontani.
Rassegna della Zampogna e della Ciaramella del Sud Italia
La neve e le melodie dolci degli zampognari ricreano l'atmosfera natalizia, in un clima di luci soffuse che ricordano mondi antichi e soavi.
È in questo contesto che, nel mese di dicembre, si svolge a Viggiano la Rassegna della Zampogna e della Ciaramella del Sud Italia. Zampogne e ciaramelle sono strumenti legati alla tradizione agricola e pastorale del territorio, fanno parte dell'identità di Viggiano, come dell'intera Basilicata e di molte regioni del sud Italia.
Il suono della ciaramella e della zampogna ha costituito per secoli il segno dell’avvento del Natale.
Gli zampognari si preannunciavano con il loro suono ed, improvvisamente, si aprivano gli usci di casa per farli entrare, soprattutto per la gioia dei bambini che erano lesti a mettersi di fronte al presepe per ascoltare la nenia suonata dai pastori.
Durante la Rassegna della Zampogna e della Ciaramella del Sud Italia, vestiti con gli abiti della tradizione pastorale, gli zampognari percorrono il centro storico e suonano melodie natalizie.
Al termine della giornata i partecipanti al raduno offrono il tradizionale omaggio a Gesù Bambino, posto nel bellissimo presepio della Basilica Pontificia.
Festival Internazionale del Folklore
Momento storico e immancabile dell’agosto viggianese è il Festival Internazionale del Folklore.
Con un’esperienza più che trentennale, il Festival rappresenta un evento centrale di intrattenimento musicale e uno strumento formidabile per educare ai valori dell’amicizia e della fraternità fra i popoli, attraverso l’arte popolare della danza e della musica. Un’occasione di incontro fra gruppi folkloristici provenienti da tutto il mondo, in rappresentanza di culture, tradizioni e religioni diverse, ai quali si affianca ogni anno il Gruppo Viggianese Lu Chicchirichì, con l’obiettivo di mettere a confronto le tradizioni e la musica lucana con culture ed espressioni artistiche diverse, ma simili per passione ed orgoglio.
Tramite il linguaggio della fantasia e della creatività, gruppi folk provenienti da ogni angolo del mondo si danno appuntamento a Viggiano, scambiandosi tutto quello che hanno di più prezioso: le creazioni della loro espressione artistica, così come sono state elaborate attraverso le loro tradizioni centenarie. Il festival inizia con la grande sfilata di tutti i partecipanti, per poi dare inizio alle danze con l’esibizione dei singoli gruppi.
Vino sotto le stelle
Vino sotto le stelle è il brindisi più atteso dell’agosto viggianese, un appuntamento dedicato agli amanti del buon vino che potranno degustare i pregiati dop Terre dell'Alta Val d'Agri, abbinandoli ai prodotti tipici del territorio.
Un evento che si sviluppa lungo le vie del centro storico con decine di appuntamenti e artisti di strada di ogni tipo.
Un percorso enogastronomico diviso in varie tappe, nelle quali è possibile scoprire le particolarità dei vini locali e degustare i piatti tipici viggianesi, ballando e cantando nel fantastico scenario del centro storico.
Un quadro di gioia e divertimento accompagnato dalla musica popolare lucana, assoluta protagonista del grande concerto di chiusura dell’evento, che si svolge dalla mezzanotte in poi.
Vino e offerta culturale, insieme alla magia dei territori sotto le stelle, sono l'abbinamento vincente della manifestazione, in una formula che unisce la filosofia del buon bere allo spettacolo e all’arte.
Vino sotto le Stelle rappresenta la volontà di rinnovare il legame che da sempre accomuna vino e musica nei momenti conviviali, nelle ricorrenze e nelle ritualità, il tutto con alla base valori quali la qualità dell’enogastronomia e il bere sano e moderato, nella consapevolezza che il vino è gioia, piacere e cultura insieme.
La genuinità dei prodotti unita al rispetto delle tradizioni consentono al turista di assaporare piatti di vera eccellenza.
Nelle case come nei ristoranti è possibile gustare vere prelibatezze frutto della tradizione contadina e sapientemente preparate secondo la tradizione tramandata nel tempo.
Ecco alcuni piatti tipici della tradizione Viggianese:
Zona di produzione e storia
La zona di produzione del vino a denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosso, Rosso Riserva, Rosato, comprende gli interi territori comunali di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Terre dell’Alta Val d’Agri”.
Le prime testimonianze riferibili alla produzione ed al consumo di vino nell’area dell’Alta Val d’Agri, risalenti al IV sec. a. C., sono costituite da vasi per il vino, cratere e skyphos, e da un grappolo d'uva miniaturistico in terracotta rinvenuti nella tomba di un guerriero.
La tradizione vinicola di epoca romana trova conferma nella citazione delle fonti antiche dei “Lagarina vina” prodotti in agro grumentino tali vini venivano elogiati dagli storici latini Strabone e Plinio per la loro dolcezza oltre che per le virtù terapeutiche.
La necessità di produrre un’uva di ottima qualità si sposava perfettamente con un territorio omogeneo orograficamente e che richiedeva abbondante manodopera, ma che ha caratterizzato anche una notevole tradizione viticola che, nel tempo, è divenuta un vero e proprio “marchio d’area’.
La tradizione della vigna che diventa un vero e proprio “giardino” fa sì che il paesaggio venga fortemente caratterizzato da vigneti ordinati e ben tenuti e coltivati, ma anche l’uva si avvantaggia di pratiche colturali che consentono la migliore esposizione e la migliore maturazione dei tannini.
In ogni comune dell’area di produzione è possibile individuare un’area ben definita, particolarmente vocata alla coltivazione della vite, che topograficamente viene indicata col termine di “Località Vigne”.
Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche Base ampelografica
I vini «Terre dell'Alta Val d'Agri» devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- «Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosso e Rosso Riserva: Merlot: minimo 50%; Cabernet Sauvignon: minimo 30%;
Possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella Regione Basilicata fino ad un massimo del 20% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7 maggio 2004 e successivi aggiornamenti, riportati nel disciplinare.
- «Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosato: Merlot: minimo 50%; Cabernet Sauvignon: minimo 20%; Malvasia di Basilicata: minimo 10%;
Possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca nera e bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Basilicata fino ad un massimo del 20% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val d'Agri» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosso e Rosso Riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol e 12,50% vol per il rosso riserva;
acidità totale minima 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
«Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo 19,0 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val D'Agri», elaborati secondo pratiche tradizionali in recipienti di legno, possono essere caratterizzati da lieve sentore di legno.
E' in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare con proprio decreto i limiti minimi indicati dell'acidità totale e dell'estratto non riduttore previsti dal presente disciplinare.
Caratteristiche organolettiche
I vini a denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val d'Agri» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosso e Rosso Riserva:
colore: rosso rubino tendente al granato;
odore: gradevole, fruttato;
sapore: armonico, rotondo, tipico, caratteristico.
«Terre dell'Alta Val D'Agri» Rosato:
colore: rosato;
odore: caratteristico, gradevole;
sapore: tipico, caratteristico.
Abbinamenti e temperatura di servizio
Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso - Abbinamenti consigliati: pasta al forno, pecorino, salumi e selvaggina. Temperatura di servizio 18°C.
Terre dell'Alta Val d'Agri Rosato - Abbinamenti consigliati: formaggi molli, minestre in brodo in genere, pesce al pomodoro e grigliato. Temperatura di servizio 14°C.
Fonte: Agraria.org